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Il Blog di Massimo Binelli

Pillole di Coaching® e Mental Fitness

Domenica, 06 Ottobre 2019 22:20

Dentro di te, che "motore" hai? (Complessità, Semplicità, Massimo Rendimento)

Domenica 22 settembre 2019. Siamo in quattro, viaggiamo verso la Svizzera a bordo di un’auto ibrida. Stiamo andando a disputare il XIX Meeting Internazionale Master “Città di Bellinzona”. A un certo punto si accende una discussione che ci accompagnerà fino alla meta: al di là degli aspetti legati all’ecologia e alle invettive di tutte le Grete Thunberg del pianeta, è meglio il rombante V8 Ferrari, nominato per tre anni consecutivi miglior motore al mondo agli “International Engine of the Year Awards”, oppure il sibilante motore Tesla? Questo il dilemma. Il confronto non era tanto sulla potenza, sulla coppia o sull’accelerazione delle vetture su cui sono montati, praticamente equivalenti, ma sull’affidabilità. E mentre in due si scannavano amabilmente, nella mia testa prendeva vita questa Pillola.

Il rendimento di un “motore” è inversamente proporzionale alla sua complessità
Ti risparmio i dettagli della singolar tenzone, tuttavia posso supporre che anche se non sei dipendente dai vapori allucinogeni della benzina e dal sound ipnotico di un 8 cilindri, ti sarà facile immaginare che un motore a scoppio così esasperato come quello che equipaggia le auto di punta del Cavallino è uno straordinario capolavoro di ingegneria.

Partiamo proprio dal V8: cilindri, pistoni, fasce elastiche, valvole, alberi a camme, turbocompressori, intercooler… Quanti saranno mai i pezzi che lo compongono? Pensa che ho messo in crisi un caro amico ingegnere meccanico, Giovanni, citato nel mio libro in cui parlo della Ferrari (ormai fuori catalogo), quindi non proprio uno sprovveduto, al quale ho girato la domanda mentre stavo raccogliendo le idee, giusto per avere un ordine di grandezza.



I miei libri: “Atleta Vincente”, che contiene 47 strategie per diventare campioni nello sport e nella vita, e “Pillole di Coaching”, che propone 60 Esercizi di allenamento mentale e 40 Domande Potenti per diventare mental coach di sé stessi.


La sua risposta è stata: «Guarda, in generale è difficile fare queste affermazioni, io stesso ho delle difficoltà sui miei progetti! In ogni modo, compreso tutto sarai sulle migliaia, tra i mille e i cinquemila, scegli tu un numero che suoni bene!».

Tremila. Scelgo tremila, Gio, mi suona bene. Temila pezzi, dal più grande alla più insignificante rondella per assicurare il perfetto funzionamento di un motore ad alte prestazioni. Quanta energia serve per muovere migliaia di pezzi in attrito tra loro? E quanta di questa energia si disperde sotto forma di calore, visto che il rendimento di un motore termico difficilmente supera il 30%? Quante sono le probabilità che uno dei tremila pezzi si rompa?

Motore elettrico Tesla: sai da quanti pezzi è formato? Due: uno statore e un rotore! E sai che il rendimento dei motori elettrici impiegati nelle auto è prossimo al 90%? Ecco spiegato il motivo per cui una Tesla non ha praticamente bisogno di manutenzione…

Lungo il viaggio ascoltavo, ogni tanto dicevo la mia, poi, a una cinquantina di chilometri dalla meta, ho staccato la mente e ho iniziato a visualizzare la gara, il mio 400 metri, l’ultimo Giro della Morte della stagione dopo l’argento nella staffetta 4x400 ai Campionati Europei Master di Atletica Leggera, che si erano disputati a Venezia, una settimana prima.

Vuoi che te la racconti io? Ok, clicca e guarda il video...


Preparati, domanda binelliana in agguato!
A un certo punto, tra me e me, mi sono chiesto: “Oggi vuoi scendere in pista con un V8 Ferrari o con un motore Tesla?”.

Prima di dirti che risposta mi sono dato, rivolgo anche a te una domanda: ricordi cosa dicevo nella Pillola 144? Suggerivo di eliminare quello che non funziona, ovvero alleggerire, semplificare, ridurre. Mi riferivo alla quotidianità e ti esortavo a selezionare in modo consapevole soltanto ciò che apporta gioia, serenità, divertimento ed eliminare tutto il resto, ma il confronto tra V8 Ferrari e motore Tesla mi ha illuminato: dovevo applicare la stessa “tecnica progettuale” anche in pista!



Faccio un passo indietro. Dopo l’argento europeo, ero intenzionato a chiudere lì la lunga stagione agonistica, ma nella staffetta avevo avuto la sensazione, nonché il riscontro cronometrico al passaggio del testimone, di aver fatto un’ottima prima frazione, perciò avevo accettato l’invito di prendere parte al “Città di Bellinzona”, storico meeting master. Non avevo alcuna aspettativa, e men che meno mi era venuta una volta giunti a destinazione: pista bagnata, temperatura di 15 gradi, quattro ore passate in macchina…

Affidati al tuo pilota automatico
Se in un momento come quello mi fossi messo a “ragionare” sul modo migliore per fare rendere al massimo il V8, e mi perdonerai se per un istante ho paragonato il mio modesto “motore” a quello della belva di Maranello, non avrei avuto scampo: le seghe mentali avrebbero assorbito la fetta più grande di energia.

È in quel frangente che ho avuto il lampo binelliano: “Oggi voglio essere come il motore di una Tesla”, mi sono detto. Due soli neuroni accesi, proprio come i due pezzi del motore elettrico: uno per farmi vivere in modo totalmente consapevole il “qui e ora” e l’altro per mandare impulsi ai muscoli, senza inutili dispersioni.

Risultato? Ho chiuso il giro di pista in 56.67 secondi, miglior tempo assoluto della manifestazione e mio primato stagionale. In virtù di tale prestazione (niente di eccezionale, intendiamoci, ma importante per me), ho azzardato un’impresa al limite dell’impossibile, mai tentata prima, perché ho chiesto un’iscrizione tardiva ai 200 metri, in programma dopo soli 50 minuti dalla conclusione dei 400. Ebbene, li ho corsi in 25.26 secondi, uno dei miei migliori tempi in assoluto. Ho portato a casa due ori.

Non ho corso un 400 a-fine-stagione-con-15-gradi-dopo-quattro-ore-di-macchina-più-la-rava-e-la-fava: ho corso un 400. Punto. E non ho corso un 200 a-fine-stagione-con-15-gradi-dopo-quattro-ore-di-macchina-dopo-50-minuti-da-un-400-più-la-rava-e-la-fava: ho corso un 200. Punto.

Ora ti è chiaro il motivo per cui un motore Tesla rende più di un V8 Ferrari, anche se, devo ammetterlo, un rotore e uno statore sterili sono emotivamente meno coinvolgenti di 8 cilindri più altri 2992 pezzi contaminati di olio e benzina?

È il momento di agire!
Come forse sai, se hai letto il mio libro, io sperimento sempre su me stesso ogni nuova tecnica, prima di proporla ai miei atleti. Se vuoi scoprire come applicare il “modello Tesla” alla tua disciplina sportiva, contattami e ne parliamo! Lo dico sempre: “alza le chiappe dal divano e muoviti, fai il primo passo verso il tuo obiettivo”, e anche rompere il ghiaccio con un’opinione o una domanda è un modo per uscire dal torpore e passare all’azione, non credi? ;)

Ultima modifica il Domenica, 17 Maggio 2020 21:55

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