Cibo, da acerrimo nemico a fedele alleato
Nel corso degli anni, bazzicando gli ambienti sportivi, prima da atleta e poi da atleta e mental coach, ne ho viste di tutti i colori. Dalla mamma che durante una partita di pallavolo dava una bustina di zucchero alla figlia “perché la vedo stanca”, e così ne provocava il definitivo tracollo, al tiratore che tra le serie del mattino e quelle del pomeriggio si mangiava un bel piattone di pasta, “al pomodoro, così è più leggera”, e poi non riusciva a spiegarsi come mai al pomeriggio gli venisse sempre sonnolenza e i piattelli scappavano via. Insomma, salvo i casi degli atleti professionisti, seguiti da uno staff multidisciplinare formato da altrettanti professionisti, nel mondo amatoriale l’alimentazione è un vero rebus che quasi nessuno sa risolvere.
Per quanto mi riguarda, ho sempre adottato una strategia semplice e vincente: ho provato a eliminare ciò che non funzionava o provocava danni e ho incrementato gli alimenti che mi davano energia e benessere, e che mi facevano dormire bene! Porto l’esempio della pizza. Ogni volta che me la concedo (e succede molto raramente), la sete mi divora per tutta la notte e il mattino dopo il senso di gonfiore è devastante. “Colpa della lievitazione sbagliata”, si dice, ma se succede sempre, non è che per caso è proprio tutto l’insieme a non funzionare? Idem con la piattata di pasta: se puntualmente un’ora dopo averla mangiata mi cala la palpebra, non è che forse la colpa è proprio della pasta? Ciò nonostante, dovrei comunque mangiare pasta e pizza perché questi sono due dei cibi “più salutari” dell’alimentazione mediterranea?
Lungo questo percorso di autoapprendimento, un bel giorno mi è capitato di conoscere Aronne Romano, il medico nutrizionista che ha portato in Italia la dieta Zona di Barry Sears, il biochimico statunitense che tratta il cibo come il più potente dei farmaci, in armonia con l’aforisma di Ippocrate:
«Fa’ che il cibo sia la tua miglior medicina, fa’ che la tua migliore medicina sia il tuo cibo».
Aronne è un atleta ancora in attività, proprio come me, e come me segue atleti di ogni livello e specialità: lui ne cura il corpo, io la mente, che devono lavorare assieme come una squadra… vincente!
Vuoi che te la racconti io? Ok, clicca e guarda il video...
Dieta a Zona: in fondo, siamo davvero ancora all’età della pietra
Aronne Romano è l’autore del libro “La PaleoZona”, un manuale di “educazione alimentare” che mette assieme i principi della Zona con quelli della dieta seguita dai nostri antenati nel Paleolitico, perché, come si legge nelle prime pagine, «dal punto di vista genetico, l’uomo non è cambiato dal Paleolitico in poi, quando si nutriva solo di carni magre, pesce, noci, radici frutta fresca e vegetali».
Se modificando l’alimentazione si ottengono miglioramenti importanti delle prestazioni e del benessere psicofisico (si dorme meglio e si sogna persino di più, giuro!), è evidente che la composizione del nostro menù non deve essere affidata al caso o alla tradizione di famiglia “perché in casa nostra abbiamo sempre mangiato così”…
Può funzionare il motore di una Ferrari se nel suo serbatoio mettiamo gasolio al posto della benzina? Finché non produrranno un’auto del Cavallino diesel (e ci auguriamo che non accada mai!), la risposta è no, anzi: i danni per il motore sarebbero gravi, se non irreparabili. Alla stessa stregua, tutto quello che noi ingurgitiamo, che in fin dei conti è il nostro carburante, condiziona, nel bene o nel male, non solo la nostra salute, ma anche la nostra attività quotidiana.
I miei libri: “Atleta Vincente”, che contiene 47 strategie per diventare campioni nello sport e nella vita, e “Pillole di Coaching”, che propone 60 Esercizi di allenamento mentale e 40 Domande Potenti per diventare mental coach di sé stessi.
Nel 1995, Barry Sears ha rivoluzionato la nutrizione moderna, spostando l’attenzione dalle calorie fornite dai singoli alimenti all’effetto esercitato da quello che mangiamo sugli ormoni, “sostanze” prodotte dal nostro organismo che condizionano il benessere, la salute e sicuramente anche l’efficienza fisica. Un’alimentazione ad alto carico glicemico, che stimola un’eccessiva secrezione dell’ormone insulina, per esempio, può essere molto negativa nell’ambito della prestazione sportiva.
Senza entrare troppo nei dettagli, che lascio volentieri alla competenza di Aronne, è sufficiente dire che il carico glicemico fornisce un’idea di quanto i carboidrati che abbiamo inserito nella nostra alimentazione alzino la glicemia nei momenti successivi alla loro ingestione. Pane, pasta, patate, riso, polenta, pizza eccetera sono alimenti ad alto carico glicemico, mentre la maggior parte della verdura e della frutta sono alimenti a basso carico glicemico.
Se uno sportivo privilegia i carboidrati ad alto carico glicemico, avrà un innalzamento repentino della glicemia nel sangue, il che spingerà il suo pancreas a produrre litri di insulina, che a sua volta porterà a un altrettanto repentino abbassamento della glicemia, in una sorta di circolo vizioso. Quindi, per paradosso, un eccesso di zuccheri nel cibo ingerito in primo luogo causa un picco glicemico, poi provoca un successivo rapido calo di zuccheri nel sangue, che incide negativamente sulla prestazione, poiché si verifica un abbassamento del livello della concentrazione, dell’attenzione e dell’energia disponibile.
Basta un poco di zucchero…
A questo punto torniamo per un attimo a quella mamma che, nel bel mezzo di una prestazione sportiva, faceva mangiare alla propria figlia lo zucchero, alimento che sta in vetta alla graduatoria dell’indice glicemico più elevato, e sarà facile capire il perché del successivo crollo fisico e mentale della povera atleta.
Dunque, qual è la formula magica che io ho sperimentato negli anni, e che mi sono sempre limitato a suggerire agli atleti che mi chiedevano “cosa mangiare” in vista di una gara? Eccola: carboidrati a basso carico glicemico accompagnati con una quantità adeguata di proteine magre e un po’ di grassi sani. Tradotto? Al posto della piattata di pasta, un petto di pollo oppure di tacchino, verdura cotta o cruda condita con olio extravergine di oliva e una bella macedonia di frutta al naturale. Provare per credere e, soprattutto, ricordarsi di far passare non meno di due ore tra il pasto e la gara, ma se il riscaldamento inizia un’ora prima, meglio arrivare alle tre ore.
Per tutto il resto, ossia colazione, cena e spuntini vari, anche durante la competizione (almeno uno ogni due ore), ti invito a leggere il libro di Aronne. A fine lettura, se vorrai saperne di più, scrivimi pure e con vero piacere ti metterò in contatto direttamente con lui, ma ti avverto: non ti scriverà mai una dieta da rispettare con il bilancino, bensì ti farà “formazione” per consentirti di imparare ad alimentarti in modo corretto. Proprio come avviene nel coaching: un coach non ti dirà mai cosa devi fare, ma ti fornirà gli strumenti per trovare le risorse dentro di te. In altre parole, ti insegna ad imparare!
È questa la ragione per cui Aronne ed io ci siamo trovati. Perché anch’io dico sempre che diventare Atleti Vincenti non vuol dire salire sul gradino più alto del podio, ma significa riuscire a dare il meglio di sé, in ogni circostanza. Quindi, è evidente che l’alimentazione e l’allenamento mentale da soli non ti faranno mai vincere, e troverai sempre atleti che, pur mangiando pane, porchetta e ciauscolo prima di una gara, e non sapendo neppure cosa sia il mental coaching, te le suonano di santa ragione (mi è capitato, lo giuro di nuovo!), ma ciò non significa che seguendo indicazioni alimentari adeguate e curando la tua mente, tu non possa ottenere un significativo miglioramento delle tue prestazioni, e su questo mi gioco la carriera.
Aprile 2020: aggiornamento in Zona... Vincente! Nuovi integratori sportivi
A 24 mesi di distanza dalla pubblicazione di questo articolo, ho dato l’accelerazione definitiva a un progetto che da lungo tempo era in lavorazione.
Sono stati necessari anni di ricerca, infatti, perché la mia idea iniziale di sviluppare integratori alimentari per lo sport con caratteristiche uniche era una sfida al limite dell’impossibile.
È così che, dopo una lunga sperimentazione, fatta sulla mia pelle e sulla pelle di molti atleti, è nata la linea “Zona Vincente”. Si tratta di prodotti realizzati con ingredienti di elevatissima qualità, pensati per l’eccellenza delle prestazioni, e se il mental coach ci mette la faccia e si gioca la sua reputazione, puoi fidarti!
Visita il sito ZonaVincente.com e scopri le Formule Vincenti...
È il momento di agire!
Oltre al libro di Aronne, dunque, ti invito a leggere anche il mio libro “Atleta Vincente”, che contiene 47 strategie per diventare campioni nello sport e nella vita, e il mio libro “Pillole di Coaching”, che propone 60 Esercizi di allenamento mentale e 40 Domande Potenti per diventare mental coach di sé stessi. Poi contattami e parliamo di tutte le strategie che, assieme, possiamo mettere in atto per consentirti di raggiungere i tuoi obiettivi...