À la guerre comme à la guerre
La gentilezza è come uno scudo spaziale in grado di difenderci dagli attacchi missilistici del nemico. Vale sia nei confronti dei nemici interni, rappresentati dai nostri pensieri negativi feroci, sia nei confronti dei nemici esterni in carne e ossa, che nelle occasioni più disparate e inattese ci affrontano con aggressività, arroganza e atteggiamenti intimidatori.
Per quanto riguarda i nemici interni, ossia i pensieri negativi che intossicano la mente, ti consiglio di iscriverti al mio videocorso Atleta Vincente e di guardare il primo video gratuito, dove, tra l’altro, spiego anche la Formula CCCP. Uso lo sport come metafora potente della vita, quindi ti sarà utile scoprire come combatterli, anche se non pratichi sport.
I miei libri: “Atleta Vincente”, che contiene 47 strategie per diventare campioni nello sport e nella vita, e “Pillole di Coaching”, che propone 60 Esercizi di allenamento mentale e 40 Domande Potenti per diventare mental coach di sé stessi.
I nemici esterni, invece, sono molto più subdoli, ci attaccano da tutti i fronti, tanto nel mondo reale, dove i contatti sono sempre più intrisi di arroganza e pregiudizio, quanto nel mondo filtrato dai mezzi di comunicazione. Ogni giorno, infatti, assistiamo a fiammate di rabbia sui social o in tv che trasudano incomprensioni reciproche, provocazioni, sarcasmo e violenza verbale, atteggiamenti che contaminano la vita vera e spesso sono il preludio alla violenza fisica.
Vuoi che te la racconti io? Ok, clicca e guarda il video...
Gentilezza, arma... letale
Questo fenomeno è cresciuto in modo proporzionale all’aumento della velocità della comunicazione, che nell’era in cui viviamo è diventata istantanea. Si legge o si ascolta distrattamente, rapiti e storditi dalla foga di replicare e insultare più che dal desiderio di comprendere a fondo l’interlocutore e fornire una risposta… gentile e pacata.
Un urlo, reale o virtuale che sia, fa chiudere qualsiasi canale di ascolto e alza una barriera impenetrabile, mentre la gentilezza, adottata dalla Persona Vincente come stile e registro comunicativo, non come strategia per ammorbidire, manipolare o compiacere l’altra parte, crea le premesse per un dialogo civile e costruttivo.
Mi aspetto già un’obiezione...
“È facile essere gentili con chi è gentile, ma come si fa a controllare l’istinto quando l’interlocutore è aggressivo e fa del sarcasmo?”
La Persona Vincente, dotata di un buon livello di autostima e di fiducia in sé stessa, sa mantenere il controllo, soprattutto nelle situazioni difficili, e riesce ad esprimere il proprio pensiero, anche quando i toni sono accesi, senza perdere mai le staffe. Se si avverte il pericolo che il clima si deteriori oltre il punto di non ritorno, con gentilezza si può chiedere l’uso di toni e parole rispettosi, ma se non si ottiene successo è preferibile rimandare il confronto. Saper chiudere una conversazione al momento giusto è un indicatore di forza, non di debolezza, purché si impari a farlo nel modo opportuno.
Per approfondire: “Come ottenere il meglio da sé e dagli altri”, di Anthony Robbins
La gentilezza è sempre un fattore di successo. Se il clima è disteso e cordiale, con la gentilezza e un tono pacato si riesce a rendere più fluida la conversazione, perché l’interlocutore si distende e il messaggio arriva in modo diretto, senza sospetti e senza che si attivino filtri mentali. Se il clima è teso, invece, e l’interlocutore è arrabbiato e pieno di preconcetti, un atteggiamento gentile, con un tono di voce che si fa pacato e si abbassa, pur restando fermo, al posto di aumentare e diventare perentorio, spiazza e disarma la controparte, dandoci modo di condurre la conversazione in uno spazio di confronto pacifico.
Puoi essere gentile, solo per oggi?
Attenzione: gentilezza non significa debolezza, tutt’altro! Solo le persone che ancora non hanno sviluppato una buona autostima pensano che si possa far valere le proprie ragioni parlando a raffica per zittire l’interlocutore, con toni forti e sbattendo i pugni sul tavolo. Chi è dotato di autostima elevata e ha fiducia in sé stesso, invece, ha il coraggio di esprimersi senza paura, scegliendo accuratamente le parole, gestendo il tono di voce, le pause, controllando le emozioni e adottando un linguaggio del corpo adeguato.
Domanda: la gentilezza è una dote innata oppure si può imparare a diventare gentili?
È il momento di agire!
Qualunque sia il tuo livello “normale” di eccitazione e di aggressività, grazie alle tecniche di coaching puoi ottenere risultati straordinari. Parti subito con questo impegno. Per una settimana, ogni mattina pronuncia in modo convito e consapevole, mentalmente o a voce alta, se puoi, la frase “Oggi voglio essere gentile con tutti”. Scopri cosa succede dentro di te quando ti troverai di fronte a una situazione in cui di norma scatterebbe la molla dell’aggressività, ma la tua vocina ti ricorda l’impegno che hai preso con te stesso, poi contattami e ne parliamo. Come dico sempre, “alza le chiappe dal divano e muoviti, fai il primo passo verso il tuo obiettivo”, e anche rompere il ghiaccio con un’opinione o una domanda è un modo per uscire dal torpore e passare all’azione, non credi? ;)