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Come creare una Mentalità Vincente (Se pensi come un perdente, la colpa è solo tua)
Ne ho già parlato nella Pillola 168, dedicata a valori, aspettative, credenze, convinzioni, ovvero i “filtri” con cui elaboriamo la realtà percepita dai nostri sensi: la responsabilità dei pensieri che decidiamo di formulare e tenere in testa è soltanto nostra. Avevo spiegato che il pensiero è l’attività mentale mediante la quale noi esseri umani prendiamo coscienza di noi stessi e della realtà, formuliamo ipotesi e giudizi, elaboriamo contenuti e informazioni per arrivare a delineare la “mappa del mondo” in cui viviamo. Quindi, se ci ronza in testa un pensiero autolesionista, dobbiamo prendercene la colpa, così come dobbiamo prenderci il merito se scegliamo di farci cullare da un pensiero di successo. Nessuno potrà mai obbligarci a pensare a qualcosa a cui non vogliamo pensare, e siccome le emozioni discendono dai pensieri e dalle immagini che scorrono nella nostra mente, dobbiamo prenderci anche la piena responsabilità delle emozioni che stiamo provando. Come si passa, dunque, da un atteggiamento da perdenti a una Mentalità Vincente?
Come fare reset per ripartire da Vincenti (Autovalutazione mentale, tecnica e fisica)
Nel corso della sua carriera, a un atleta prima o poi capita di attraversare un periodo nero, in cui sembra di aver disimparato tutto, e tutto diventa macchinoso, non più automatico. È come se improvvisamente quell’atleta si fosse dimenticato come si fa ad andare in bicicletta, a guidare l’auto, ad allacciarsi le scarpe e ogni suo gesto dovesse essere preceduto da un ragionamento sulla procedura da mettere in atto. In questi casi, occorre fare un bel reset, un “riavvio”, per dirla nella lingua dell’informatica, e ripartire da un punto fermo, una sorta di “punto di ripristino”, proprio come quello dei sistemi operativi che permettono di gestire le risorse dei computer.
Quando il Monco sconfigge il Sano (Crederci fino in fondo)
Ogni tanto mi fermo a contemplare la libreria del mio studio, che contiene qualche migliaio di volumi. Lascio correre lo sguardo, aspetto che si posi sulla prima copertina che lo attrae, sfilo il libro e rileggo un capitolo a caso. Nei giorni scorsi mi è capitato tra le mani “Seta”, il noto romanzo di Alessandro Baricco pubblicato nel lontano 1996. L’ho aperto nel punto in cui Hervé Joncour, il mercante di bachi da seta, trova Baldabiou, l’uomo d’affari che fece diventare Lavilledieu, il paese del sud della Francia dove è ambientata la storia, un importante centro di produzione della seta, intento a giocare a biliardo. Baldabiou, cito dal testo, «giocava sempre da solo, contro sé stesso. Partite strane. Il sano contro il monco, le chiamava. Faceva un colpo normalmente, e quello dopo con una mano sola. Il giorno in cui vincerà il monco – diceva – me ne andrò da questa città. Da anni il monco perdeva». In un istante ho avuto l’illuminazione per questa Pillola di Coaching. Ecco perché è importante, se non proprio rileggere, almeno sfogliare i propri libri preferiti di tanto in tanto: a distanza di tempo, emergono sempre nuovi livelli di osservazione.
Hai fatto un errore? Giocati il jolly! (C’è sempre un’altra possibilità)
Nelle Pillole di Coaching, e con questa siamo a 114!, cerco di trasferire alle migliaia di persone che mi seguono in tutta la mia galassia social, atleti, professionisti, imprenditori o studenti che siano, strategie per far emergere le loro potenzialità (che poi, lo ribadisco, è il principio che differenzia il coaching dalla formazione), tuttavia c’è un “mostro” difficile da sconfiggere. Il suo nome, solo a pensarlo, ancor prima di pronunciarlo, incute già timore: si chiama ERRORE. Ho proposto un’infinità di strategie, compresa quella potentissima, trattata nell’ottava sessione del mio videocorso Atleta Vincente, che ho chiamato “bolla di energia”, ma certe volte non basta nemmeno questa: l’atleta che incappa nell’errore ne viene fagocitato, come è capitato alla povera Cappuccetto Rosso divorata dal lupo cattivo. Ecco allora che ne ho escogitata un’altra delle mie, la tecnica del jolly. Vuoi scoprirla?
“Anche se…”, due parole magiche (Consapevolezza, Responsabilità e Fiducia)
Torno ancora una volta sul tema rovente del dialogo interno, argomento ampiamente trattato nella prima sessione gratuita del mio progetto Atleta Vincente, alla quale ti rimando anche se non sei un atleta (tanto, ripeto, è gratis!). Il pensiero negativo è come l’Idra di Lerna: per ogni testa che gli tagli, gliene ricrescono due! Ma ti rassicuro, non serve la forza di Ercole per sconfiggerlo, basta solo un po’ di astuzia. Nelle 112 Pillole che ho sfornato finora, ti ho già rivelato numerosi trucchi; oggi ne aggiungiamo un altro molto potente.
“Cosa farebbe ‘Ringhio’ Gattuso al mio posto?” (Agisci come il TUO campione preferito)
(Parentesi: se il pallone non è il tuo mestiere, arriva ugualmente fino in fondo alla Pillola, fidati!) Un calciatore, soprattutto se è un professionista, è programmato, e pagato, per agire, per dare il meglio di sé in ogni circostanza. Ciò nonostante, ricevo molte richieste di supporto da parte di giocatori che soffrono la paura del giudizio o che per insicurezza nel pieno di un’azione decidono il da farsi con un nanosecondo di ritardo, sufficiente però a farsi fregare la palla da avversari pronti a cogliere il minimo segnale di incertezza, e in questo caso si tratta di un autosabotaggio da manuale! Esiste una strategia per superare questi momenti di difficoltà, quando hai il pallone tra i piedi e un intero stadio si aspetta il meglio da te?
I Sei Nemici del giocatore di biliardo (La potenza della mente in un colpo di stecca)
A fine 2016 è uscito “Le sfumature della mente in un colpo di stecca”, di Ettore Zubani e Fabio Bardon, edito da La Caravella. È un libro, che si apre con la mia prefazione, dedicato all’importanza della potenza mentale nel biliardo, e con gli autori, uno dei quali ha seguito con successo il videocorso Atleta Vincente, durante la stesura dell’opera, c’è stato un continuo scambio di idee. Molti spunti su tecniche e strategie mentali efficaci per affrontare allenamenti e partite, tratti proprio dal videocorso, sono poi diventati parte integrante del lavoro. Quali sono i punti deboli di un biliardista?
Perché è importante avere “fede” (Il potere delle emozioni)
Ricordi cosa dicevo nella Pillola 58, dedicata alla profezia che si autoavvera, e nella Pillola 73 in cui ho rivelato il “segreto” per essere felici, sani e avere successo? Dicevo che la tua mente, nel bene e nel male, ti accontenta sempre, sia quando desideri intensamente che ti accada qualcosa di positivo, sia quando inconsciamente ti stai auto-sabotando. Ma c’è un problema: è molto più facile e comodo allontanarsi da… successo, salute, soldi, amore, giusto per citare quattro esse molto comuni (anche l’ultima parola inizia per esse, fai bene attenzione!), piuttosto che andare verso il successo, la salute, i soldi, l’amore… Hai forse la sensazione che io abbia appena fatto scoccare un accecante lampo di ovvietà?
Autosabotaggio, come uscire dalle sabbie mobili (Tre Azioni per smettere di farsi del male)
Ho parlato per la prima volta di autosabotaggio nella Pillola 89. Dicevo che chi non ha fiducia nelle proprie potenzialità tende a fare di tutto per confermare le sue convinzioni negative, e più la realtà si discosta dalle attese nefaste, magari lasciando intravvedere all’orizzonte dei barlumi di felicità, più cresce il bisogno irrefrenabile e inconsapevole di darsi una tagliente zappata sui piedi, perché sente di non meritare nulla di diverso dalla sofferenza. Chi ha poca autostima ha paura della felicità e si autosabota, gli manca il coraggio di goderne. Perché talvolta, pur sapendo perfettamente cosa sarebbe “meglio per noi”, facciamo l’esatto contrario? E cosa possiamo fare per cambiare?