Nessuno può toglierci la libertà di pensare
Anche un ergastolano gode di una libertà che non può essere in alcun modo limitata, né dalla legge né dalle sbarre di una cella: la libertà di scegliere a cosa pensare, e quindi la libertà di decidere con quale stato d’animo affrontare la sua condizione di carcerato.
Significa che…
… ci si può sentire liberi dentro a una prigione, ma alla stessa stregua ci si può sentire imprigionati da pensieri che scatenano emozioni negative e autosabotaggio pur godendo della massima libertà di movimento e di azione.
Nel primo caso, il carcerato vive un’esperienza di vittoria interna, pur in presenza di una irreversibile condizione di sconfitta esterna (ha sbagliato e ne pagherà le conseguenze per tutta la vita); nel secondo, chi è prigioniero dei propri pensieri vive la condizione di eterno perdente, pur potendo affrontare la vita da vincente. Se vuoi saperne di più sulle due facce della vittoria e della sconfitta, ti invito a rileggere la Pillola 159.
I miei libri: “Atleta Vincente”, che contiene 47 strategie per diventare campioni nello sport e nella vita, e “Pillole di Coaching”, che propone 60 Esercizi di allenamento mentale e 40 Domande Potenti per diventare mental coach di sé stessi.
La costruzione di una Mentalità Vincente, quindi, parte dalla scelta consapevole di pensare sulla base di schemi vincenti, che dovranno sostituire pensieri e immagini di sconfitta che affondano le radici negli insuccessi del passato o sono scatenati dall’angoscia per il futuro.
Piccolo inciso: il concetto di “vincente”, come spiego nel mio libro “Atleta Vincente. Strategie e tecniche per diventare campioni nello sport e nella vita”, nel quale sport e vita rappresentano due facce della stessa medaglia, va interpretato in modo corretto, per evitare distorsioni e frustrazioni.
Vuoi che te la racconti io? Ok, clicca e guarda il video...
Le due facce del successo
Vincere non significa necessariamente salire sul gradino più alto del podio o, in senso lato, avere sempre la meglio sugli altri. Vincere significa avere la piena consapevolezza di aver dato il proprio 100 per 100, al fine di poter valutare la prestazione e mettere in atto la Formula del Miglioramento (ne ho parlato nella Pillola 153 a proposito della Motivazione).
Chi sviluppa una vera Mentalità Vincente non pretende sempre la perfezione da sé stesso, che è pura illusione. Pretende di dare il massimo in ogni circostanza e accetta il risultato che consegue, perché sa che in quel preciso momento non poteva ottenere di più, evitando, nel contempo, di criticarsi, di insultarsi o di mettere in atto comportamenti autolesionistici perché non è stato raggiunto un obiettivo, salvaguardando così la propria autostima.
Ogniqualvolta accettiamo una sconfitta esterna, ce ne assumiamo la piena responsabilità e ne approfittiamo per migliorare tutto ciò che potrà farci vincere la volta successiva, aggiungiamo un mattone alle fondamenta su cui stiamo edificando la Mentalità Vincente.
Se, in un momento di sfiducia, invece, lasciamo che un pensiero da perdenti si insinui nella nostra mente, di mattoni ne demoliamo dieci, e questa metafora ci fa capire che la stabilità della costruzione dipende esclusivamente da noi e dalla forza dei nostri pensieri.
O mental coach, e come si fa a sapere di aver costruito una Mentalità Vincente solida come il Forte Bastione?
Ero preparato alla domanda… Si può affermare con assoluta certezza di aver sviluppato una vera e incrollabile Mentalità Vincente quando si raggiunge la piena consapevolezza delle proprie emozioni.
Sì, perché le emozioni discendono dalle immagini che si formano nella nostra mente, le quali a loro volta sono evocate dai pensieri che scegliamo di formulare e tenere in testa, quindi se una persona è consapevole di provare sempre emozioni positive e funzionali, vuol dire che quella persona ha sviluppato la capacità di pensare in modo positivo, utile e funzionale, ovvero… Vincente!
Scegli cosa vuoi diventare
Abbandonarsi alle emozioni negative e non funzionali è da perdenti, vuol dire farsi dominare dalla nostra mente; scegliere quali emozioni provare, dominare le emozioni e renderle funzionali ai nostri obiettivi, invece, è da Vincenti.
«O si domina o si è dominati», giusto per citare ancora il titolo di un libro di Dario Bernazza, già menzionato nella Pillola 138.
Chi ha sviluppato una Mentalità Vincente, tuttavia, non è immune dalle sirene delle emozioni e non diventa un automa: semplicemente non si lascia paralizzare come il povero leprotto che resta immobile in mezzo alla strada ipnotizzato dai fanali del tir che sta per travolgerlo.
La Persona Vincente dialoga con le proprie emozioni, canalizza l’energia della rabbia al posto di disperderla, usa la forza dell’ansia da prestazione come attivatore potente, ascolta la paura per diventare più vigile e, se capita, approfitta della tristezza per ritrovare il contatto con sé stessa.
Il perdente, di contro, si lascia sopraffare dalla rabbia, si fa annebbiare la mente dall’ansia, si annichilisce per la paura e cade nella malinconia più profonda se sente una punta di tristezza.
Tu cosa vuoi diventare? Una Persona Vincente o un perdente?
È tua la scelta! Se continui a rimuginare sul passato e sugli errori commessi, se ti arrabbi sempre per delle stupidaggini, se pur avendo lavorato sodo hai l’ansia per quello che potrebbe andare storto, allora hai scelto di essere un perdente.
Se, all’opposto, in tutte le situazioni, anche le più difficili, ti concentri sulla ricerca di una soluzione al posto di restare impantanato nel problema, e se quando qualcosa non ha funzionato cerchi di pensare a come migliorare al posto di lamentarti, perché sei diventato consapevole che farlo è solo uno spreco di energia, allora fatti i complimenti: hai sviluppato una Mentalità Vincente.
La Persona Vincente riesce ad affrontare ogni momento della sua vita, anche il più difficile, anche il più denso di problemi, con uno stato d’animo positivo e con atteggiamento proattivo, perché ha capito che lasciarsi andare e subire gli eventi, o semplicemente reagire dopo che le cose sono successe, è come finire nelle sabbie mobili, agitarsi per uscirne, ma ottenere l’unico risultato di sprofondare lentamente e inesorabilmente, fino a restare sommersi dalla melma.
Bisogna agire in modo proattivo per evitare di finirci, nelle sabbie mobili!
È il momento di agire!
In conclusione, per sviluppare una Mentalità Vincente non devi nemmeno avere il tempo per pensare come un perdente. Vuoi scoprire come si fa? Contattami e ne parliamo… Come dico sempre, “alza le chiappe dal divano e muoviti, fai il primo passo verso il tuo obiettivo”, e anche rompere il ghiaccio con un’opinione o una domanda è un modo per uscire dal torpore e passare all’azione, non credi? ;)