Come accettare e archiviare l’errore in un nanosecondo
Torniamo per un attimo al “mostro”, a quell’errore che destabilizza il tiratore quando “padella” un piattello, il biliardista quando sbaglia un colpo di stecca, la pattinatrice quando cade dopo un salto, il calciatore quando sbaglia un rigore, e potrei andare avanti così per i prossimi due anni…
Cosa succede nella mente dell’atleta che sbaglia proprio nel momento clou della gara?
Nella Pillola 74 dicevo che «l’Atleta Vincente è colui che reagisce alla sconfitta, archivia l’errore e riparte immediatamente con una nuova motivazione verso il prossimo obiettivo, verso il miglioramento», ma questo vale a mente fredda. A caldo, invece, appena commesso l’errore, monta la rabbia, parte il turbine dei pensieri negativi, della sentenza di condanna sparata dal Tribunale della Mente, del giudizio severo nei propri confronti o, peggio, dell’insulto.
Vuoi che te la racconti io? Ok, clicca e guarda il video...
Resta nel tuo “qui e ora” e… giocati il jolly!
Intanto il tempo continua a scorrere inesorabile e se l’atleta resta impantanato nelle sabbie mobili del suo pensiero negativo per un nanosecondo di troppo, perde il contatto con il suo qui e ora e smarrisce inesorabilmente la concentrazione. In altre parole, la tensione per aver sbagliato e la paura di sbagliare ancora mettono a repentaglio il resto della prova, che rischia di trasformarsi in un disastro totale. Ricordi l’ammonimento contenuto nella Pillola 106?
Rimuginare su un problema o su un errore non fa altro che tenerci ancorati al problema o all’errore appena commesso e ci impedisce di vivere nel presente, nel “qui e ora”, e di pensare alla soluzione e non al problema.
Il fatto è che durante una gara o una partita che sia, occorre una soluzione lampo, perché non c’è tempo di mettersi a filosofare. Ecco l’idea binelliana: giocati il jolly!
“O mental coach, una gara non è mica una partita a Scala 40! Che c’entra il jolly?”.
Ok, prima che mi ritrovi un energumeno della Neuro alla porta con la camicia di forza pronta per me, ti spiego cosa intendo.
Nella Pillola 78, quella in cui parlo del pensiero negativo e della “trappola” della mucca lilla, tento di spiegare che «l’atleta perfetto e infallibile non è stato ancora inventato», ergo: l’errore prima o poi arriva, fa parte del gioco. Dunque il problema non è accettare o non accettare l’errore, ma è diventare immediatamente consapevoli dell’importanza di accogliere l’errore, accettarlo e metterlo immediatamente da parte.
Per farlo, rivolgiti questa domanda potente:
“Quanti errori posso tollerare oggi?”.
Sempre per evitare di finire dentro alla camicia di forza, faccio subito un paio di esempi, tratti da casi reali di atleti che seguo.
I jolly del tiratore e del golfista
Immaginiamo che la tua disciplina sia il tiro a volo e che la tua media attuale sia 22. Ciò significa che per ogni serie da 25 piattelli ti concedi tre errori, ossia ti puoi giocare tre jolly. Capita l’antifona? Se commetti il primo errore, accettalo e annientalo immediatamente giocando il primo jolly. Tornerai subito al tuo “qui e ora” senza alcuna conseguenza, perché saprai che hai ancora due jolly da giocare. Prova a visualizzare per un attimo questa situazione e a viverne l’aspetto emotivo con il coinvolgimento di tutti i tuoi sensi: forte, non è vero? Oppure immaginiamo che tu sia un giocatore di golf professionista. All’inizio della gara, in base alle condizioni del tempo e a tutte le variabili che devono entrare nella valutazione preliminare, decidi di concederti due bogey, ossia due buche, in genere quelle particolarmente difficili, chiuse con un colpo sopra il par (che per i non addetti ai lavori è il numero predeterminato di colpi che un giocatore dovrebbe impiegare per completare una buca).
I miei libri: “Atleta Vincente”, che contiene 47 strategie per diventare campioni nello sport e nella vita, e “Pillole di Coaching”, che propone 60 Esercizi di allenamento mentale e 40 Domande Potenti per diventare mental coach di sé stessi.
Ciò significa che per chiudere un giro in par o sotto il par, sai che dovrai mettere a segno due o più birdie, ossia due o più buche concluse con un colpo sotto al par. Inizi a giocare e arriva il primo bogey: se continui a rimuginarci sopra per tutto il tragitto che ti separa dalla buca appena conclusa al tee della buca successiva, pensando “ora DEVO recuperare”, arrivi al momento di sferrare il prossimo colpo con la mente inquinata da pensieri velenosi. Se invece ti giochi subito il jolly, approfitti del tragitto per fare una bella passeggiata di consapevolezza e per costruire immediatamente la tua bolla. Rassicurante, vero?
Ti assicuro che questa tecnica del jolly, come ho fatto con tutte quelle che ho proposto nelle mie Pillole, è stata ampiamente sperimentata e funziona alla grande con TUTTE le discipline sportive! Ovvio, ci sono altre sfumature importanti di cui tener conto, e soprattutto bisogna possedere la piena padronanza dei principi su cui si basa un programma di allenamento mentale, ma sono certo che il messaggio sia arrivato, e non solo dal punto di vista razionale, anche emotivo.
L’allenamento mentale è un baluardo di difesa dalle interferenze sorretto da 10 pilastri solidissimi, secondo il mio progetto esclusivo Atleta Vincente. Per ognuno di questi pilastri ho predisposto una sessione specifica, schede di lavoro ed esercizi che vengono personalizzati in base alle tue caratteristiche e alla tua disciplina. Puoi scegliere di lavorare in modo completamente autonomo oppure puoi avvalerti del mio supporto, in modo via via crescente, fino al lavoro su misura, scelto da tutti gli atleti che puntano a grandi prestazioni.
È il momento di agire!
Se vuoi saperne di più, iscriviti al videocorso AtletaVincente.com e affronta le prime tre sessioni gratuitamente, oppure contattami e ne parliamo. Come dico sempre, “alza le chiappe dal divano e muoviti, fai il primo passo verso il tuo obiettivo”, e anche rompere il ghiaccio con un’opinione o una domanda è un modo per uscire dal torpore e passare all’azione, non credi? ;)