Sei “mostri” da sconfiggere
Il biliardo è una disciplina sportiva con origini molto antiche, riconosciuta dal Coni, e «non è solo tecnica, tattica, preparazione, ma anche psicologia e mente», come si legge nel testo.
I miei libri: “Atleta Vincente”, che contiene 47 strategie per diventare campioni nello sport e nella vita, e “Pillole di Coaching”, che propone 60 Esercizi di allenamento mentale e 40 Domande Potenti per diventare mental coach di sé stessi.
Dopo aver affrontato centinaia di sessioni di coaching con i giocatori di biliardo che seguo, mirate a sviluppare la loro potenza mentale, posso affermare di aver combattuto contro quasi tutti i nemici del biliardista. Tra questi ne ho scelti Sei. Facciamo la loro conoscenza: sarà una rivelazione scoprire che questi mostri non ce l’hanno soltanto “con te”, sei in buona compagnia. Per annientarli, tuttavia, occorre avere le armi cariche: sei pronto a mettere virtualmente il colpo in canna?
Vuoi che te la racconti io? Ok, clicca e guarda il video...
Primo Nemico: i pensieri negativi e l’autosabotaggio
“Non posso vincere contro questo avversario”, “Questo colpo lo sbaglio sempre e anche adesso non mi verrà bene”, “Oggi non ne azzecco una”: sono soltanto tre esempi, tra i mille possibili, di pensieri negativi che innescano la profezia che si autoavvera e l’autosabotaggio. Perché se già parti con la convinzione che contro “questo avversario” non puoi vincere, che “questo colpo” lo sbagli e che “oggi” non ne azzecchi una, la tua mente inventerà di tutto pur di confermare la profezia. Conosci la mia regola 8?
Se nella tua mente si sta facendo largo un alibi, da usare in caso di sconfitta, la tua mente farà di tutto per accontentarti.
È un vero e proprio autosabotaggio (o “Legge di Attrazione della sfiga”, come l’ho chiamata nella Pillola 42), che va in scena quando temiamo fortemente che una nostra paura possa diventare realtà. Il fatto di pensare in negativo, per la nostra mente, che rimuove la negazione, equivale a desiderare. Non volevamo perdere e abbiamo perso; non volevamo sbagliare e abbiamo sbagliato: è come se la nostra mente facesse di tutto per far avverare ciò che volevamo evitare, ed è per questa ragione che parliamo di profezia, ossia di una “predizione” che più cerchiamo di scacciare e più lei ci rincorre, autoavverandosi e autosabotandoci.
Tali schemi purtroppo sono ricorrenti ed è il motivo per cui si tende a trovare spiegazioni nel mondo dell’irrazionale, della sfortuna, che vedremo nei panni del Quinto Nemico del biliardista. Bisogna innanzitutto imparare a controllare i pensieri, per migliorare il dialogo interno, e questo è il primo passo per diventare Atleti Vincenti.
Secondo Nemico: la paura del giudizio
“Ogni volta che ci sono certe persone a guardarmi mentre gioco mi blocco, perché mi sembra che siano lì soltanto per criticare ogni mio colpo”. Sai cosa rispondo a chi mi contatta per raccontarmi che soffre di questa situazione, ossia teme il giudizio altrui? Rispondo con una domanda: sei proprio sicuro che queste persone siano venute a guardare il gioco allo scopo di giudicarti?
Se capita anche a te, d’ora in poi sappi che la paura del giudizio è una trappola:
non è la paura di ciò che pensano gli altri ad essere paralizzante, ma è la paura di ciò che TU pensi che gli ALTRI pensino di te.
È la proiezione nella mente degli altri della tua paura, della critica severa che muovi a te stesso, forse perché non ti perdoni nulla. Hai creato dentro di te il modello del giocatore perfetto, e un errore in presenza di “testimoni” ti risulterebbe inaccettabile. È il “tribunale della tua mente” che cerca un alibi e dopo aver pronunciato una “sentenza di condanna” per un eventuale errore commesso, cerca un colpevole esterno a cui dare la colpa, e tu vedi l’autore di queste critiche immaginarie ovunque giri lo sguardo attorno a te.
Per sconfiggere questa paura, prima di tutto bisogna imparare a riconoscerla, poi bisogna accettarla e capire che può essere un’alleata, come insegno a fare agli atleti che seguo personalmente.
Terzo Nemico: le interferenze durante il gioco
Nell’ottava sessione del videocorso Atleta Vincente, svelo la tecnica da usare per costruire una bolla attorno a sé. Si tratta di una metafora potente, con la quale intendo rappresentare una zona di energia che si crea attorno a noi nei momenti in cui siamo al massimo, ossia quando riusciamo a dominare le nostre emozioni e a dare il meglio di noi stessi senza sforzo. È uno “stato di grazia” in cui la mente è sgombra da pensieri negativi, siamo totalmente immersi in ciò che stiamo facendo e proviamo la piacevole sensazione di avere il pieno controllo del nostro corpo e delle nostre azioni.
Quando l’atleta costruisce la sua bolla, diventa invulnerabile alle interferenze esterne, perché adotta il filtro giusto dell’attenzione, cioè fa entrare nella sua mente solo ciò che gli è utile al fine di raggiungere la massima concentrazione.
Il biliardista vincente sa come aumentare la sua consapevolezza, evitando di guardarsi attorno e pensando solo a quello che avviene sul biliardo, ovvero restando sempre nel suo “qui e ora”, uno spazio dove non c’è posto per le distrazioni, soprattutto se provocate da avversari maliziosi. La partita deve diventare una lunga e piacevole meditazione.
Quarto Nemico: l’ancoraggio a un errore appena commesso
Il biliardista esperto deve scacciare dalla propria mente l’idea che il prossimo colpo di stecca sia più importante di tutti quelli realizzati fino a quel momento. Questa distorsione può avvenire, ad esempio, perché ci stiamo avvicinando alla fine della gara e sentiamo salire la pressione della vittoria, oppure perché abbiamo sbagliato un colpo e ci assale il pensiero negativo che ormai la partita è persa.
Il trucco è diventare consapevoli che qualsiasi momento vissuto attorno al tavolo da biliardo ha la stessa importanza di tutti quelli che l’hanno preceduto e di tutti quelli che seguiranno.
Essere consapevoli del “qui e ora”, responsabili di ciò che accade nel momento presente e avere fiducia in sé stessi significa evitare di tormentarci per un errore appena commesso, perché quel che è fatto è fatto, e poi perché rimuginare è dannoso e intossica la mente, ma significa anche evitare di angosciarci per il presente e di preoccuparci per il futuro, ossia per il colpo da fare o per quello che accadrà subito dopo.
Ogni colpo di stecca fa storia a sé, le bilie non hanno memoria e non sono influenzate dai colpi appena fatti o da quelli che mancano per arrivare alla fine della partita.
Quinto Nemico: la “fortuna” dell’avversario
Nella decima sessione del videocorso Atleta Vincente, affronto il tema della fortuna. La definisco «un concetto astratto tra l’irrazionale e il mitologico» e rivelo una verità che ha sorpreso tutti coloro che sono arrivati alla fine del percorso: più ti alleni e ti perfezioni e più… attrai la fortuna!
Significa che se il tuo avversario ha fatto un ottimo colpo, non si è trattato di fortuna, ma delle conseguenze di un allenamento specifico e intenso.
Cito anche la formula di uno psicologo israeliano premio Nobel per l’economia, il quale sostiene che:
successo = talento + fortuna
grande successo = un po’ più di talento + un sacco di fortuna
Significa che il talento, sfruttato bene e valorizzato “attrae” la fortuna, quindi il biliardista vincente deve imparare a guardare il colpo dell’avversario dal livello di osservazione del talento e non da quello della fortuna, con freddezza e distacco emotivo.
Sesto Nemico: l’intervallo tra un tiro e l’altro
Nell’attesa tra un tiro e il successivo, spesso si apre una voragine sotto ai piedi inquieti del biliardista. Non sa dove stare, cosa guardare, cosa fare e cosa pensare, al punto che in molti perdono di vista persino quale sia la propria bilia.
La pausa deve servire per ricaricare le batterie, perciò la mente deve essere lasciata libera di fluttuare, senza alcun timore di perdere la concentrazione o di uscire dalla bolla. Agli atleti che seguo spiego come si fa ad adottare quella che io definisco osservazione passiva, senza coinvolgimento emotivo. Si può certamente guardare il biliardo, ma occorre seguire il movimento delle bilie senza pensare al colpo fatto dall’avversario, senza giudicare.
Quando le bilie si fermano, bisogna osservarle dimenticando da dove sono venute e perché sono lì, come se sul panno verde le avesse piazzate a casaccio un bambino. A quel punto il biliardista vincente rientra nella bolla e fa il miglior colpo di stecca che quella combinazione rende possibile, senza subire alcun condizionamento.
È il momento di agire!
Come potrai leggere alla fine della mia prefazione de “Le sfumature della mente in un colpo di stecca”, se comprerai il libro, «per acquisire le abilità mentali che ti permetteranno di diventare davvero un giocatore vincente, c’è bisogno di tempo e di applicazione», non ci sono formule magiche. Non è sufficiente leggere il libro per migliorare d’incanto le tue prestazioni: occorre pratica, pratica e ancora pratica. Tuttavia c’è anche una buona notizia: per puntare all’eccellenza, per arrivare al tuo 100%, bastano 10 minuti al giorno per alcuni mesi, finché il tutto non diventerà automatico. Li puoi trovare quei 10 minuti, prima o dopo l’allenamento in sala biliardi, giusto? Sì che li puoi trovare, dunque contattami e ne parliamo. Ah, dimenticavo, se lavoreremo assieme, il libro con dedica, mia e degli autori, è in omaggio… Come dico sempre, “alza le chiappe dal divano e muoviti, fai il primo passo verso il tuo obiettivo”, e anche rompere il ghiaccio con un’opinione o una domanda è un modo per uscire dal torpore e passare all’azione, non credi? ;)