Come evitare di finire in... trappola!
L’attenzione, che dipende dalla consapevolezza, e la concentrazione, che è tanto più potente quando più l’attenzione è focalizzata, possono essere influenzate da due tipi di fattori: le distrazioni interne e quelle esterne.
Secondo Stephen Bull, John Albinson e Christopher Shambrook, autori del libro “The Mental Game Plan”, uscito nel 1996, tra le distrazioni esterne possiamo annoverare:
- i rumori della folla;
- gli scatti delle macchine fotografiche;
- i movimenti che vengono percepiti tramite la visione periferica;
- le interferenze, involontarie o maliziose, prodotte dagli avversari, per infastidire;
- l’avvicinamento al teatro di gara di parenti e amici;
- il gesticolare dell’allenatore.
Tra le distrazioni interne, invece, si evidenziano:
- il rimuginare su un errore appena commesso;
- il pensare a quanto è importante l’azione successiva;
- la rabbia dovuta a una decisione dell’arbitro o a un’ingiustizia che si ritiene di aver subito;
- la preoccupazione per la condizione fisica non ottimale che potrebbe influenzare la prova;
- l’eccesivo ragionamento sulla prestazione da compiere.
Per evitare di cadere nella trappola delle distrazioni, sia interne sia esterne, occorre mettere in atto alcune delle tecniche più potenti di consapevolezza, attenzione e concentrazione, già trattate nelle rispettive Pillole, a cui rimando, e nel mio libro.
Vuoi che te la racconti io? Ok, clicca e guarda il video...
Per potenziare la mente, non basta dire “ho capito!”
Il questo contesto specifico, tuttavia, mi preme sottolineare l’importanza di potenziare la concentrazione, l’antidoto più efficace contro la distrazione, perché è uno dei punti deboli più frequenti che riscontro negli atleti che si rivolgono a me per iniziare un PerCorso di allenamento mentale.
Per raggiungere lo scopo, è necessario evitare il più classico degli errori in cui si rischia di incappare, seppure in buona fede, leggendo i molti libri di crescita personale che trattano l’argomento in modo più o meno esaustivo.
È quello che io chiamo l’errore dell’“HO CAPITO!”. Sì, perché consapevolezza, attenzione e concentrazione sono tre abilità mentali che poggiano le fondamenta su due pilastri, sui quali si costruisce, mattone dopo mattone, la potenza mentale di un Atleta Vincente, ovvero il dialogo interiore e la visualizzazione.
I miei libri: “Atleta Vincente”, che contiene 47 strategie per diventare campioni nello sport e nella vita, e “Pillole di Coaching”, che propone 60 Esercizi di allenamento mentale e 40 Domande Potenti per diventare mental coach di sé stessi.
La magagna che induce all’errore sta tutta nell’apparente semplicità di queste due tecniche di mental coaching. Chi le affronta per la prima volta, infatti, tende a ritenerle facili e poco impegnative, e dopo aver detto tra sé e sé “ho capito!”, passa oltre, come se quel dialogo interiore negativo, che magari lo ha tormentato per anni, fosse magicamente scomparso dopo aver letto le mie parole!
Io sono un mental coach, non un mago, perciò non è sufficiente ascoltare le mie parole in un video o leggerle in un libro: per migliorare e raggiungere l’eccellenza occorrono pazienza e dedizione, che tradotto vuol dire un minimo di impegno quotidiano, anche soltanto di 10 minuti.
La concentrazione è una scelta consapevole
Adesso che abbiamo individuato il problema, passiamo subito alla soluzione, che va messa in pratica in allenamento. Una delle 48 Regole Vincenti che trovi nel mio libro, affrontata anche nella Pillola 151, ed è forse quella a cui sono più legato, recita così:
“Allenati ogni giorno con entusiasmo, consapevolezza e concentrazione come se fosse la tua gara più importante, e affronta la tua gara più importante come se fosse un normale allenamento”.
Il segreto è tutto qui (si fa per dire): il controllo dell’attenzione parte da un allenamento pienamente consapevole, perché non è pensabile mischiare allenamento e cazzeggio.
Certo, un allenamento, deve sempre e comunque risultare divertente (ricordi la “Formula delle 5S”, vero?), ma occorre mantenere il controllo dell’attenzione e della concentrazione, perché sono due abilità mentali che vanno allenate, esattamente come le abilità tecniche.
D’altra parte non è forse vero che non perdo occasione di rimarcare che la mente va allenata come un muscolo?
Anche perché in allenamento dobbiamo focalizzarci proprio sui punti deboli, tecnici, fisici e mentali, da ridurre o eliminare, mentre in gara dobbiamo lasciare che tutto accada in automatico, senza sforzo cognitivo, e la nostra mente saprà tenere il focus sui punti di forza maturati fino a quel momento.
Anche questa è una regola che non mi stancherò mai di ripetere:
in gara non si correggono gli errori, altrimenti si passa istantaneamente dalla modalità automatica a quella cognitiva e la frittata è fatta!
Per ridurre la distrazione, infine, è fondamentale aver sviluppato ancoraggi potenti, perché un pensiero che valga come un comando o un’induzione (per esempio: “Concentrati ora!”), una breve visualizzazione del gesto tecnico, un modo di guardare, un’azione o una routine di attivazione sono dei potenti catalizzatori di attenzione.
In definitiva, come ho avuto modo di sottolineare nella Pillola 161, la mente e il corpo di un vero Atleta Vincente devono essere addestrati a lavorare come una squadra e devono trovare un equilibrio perfetto, in quanto non si vince soltanto con la testa e, ancor meno, non si vince soltanto con un fisico da Superman.
È il momento di agire!
Per raggiungere gli obiettivi legati in primis al controllo della distrazione e, più in generale, allo sviluppo di una mentalità vincente, ho progettato percorsi specifici per atleti e per allenatori. Per gli atleti, a tutti i livelli e per tutte le fasce di età, c’è il “PerCorso di Sport Coaching Top”, totalmente personalizzabile sulla base delle esigenze individuali. Per gli allenatori, invece, ho messo a punto il “PerCorso per diventare Mental Coach”, grazie al quale un bravo Coach può imparare ad agire nei confronti dei suoi atleti quale facilitatore di consapevolezza, responsabilità e fiducia, insegnando loro a gestire le proprie emozioni e a sentirsi dei Veri Vincenti, ben prima di pensare ai risultati. In buona sostanza, che tu sia un atleta o un allenatore, contattami e ne parliamo… Come dico sempre, “alza le chiappe dal divano e muoviti, fai il primo passo verso il tuo obiettivo”, e anche rompere il ghiaccio con un’opinione o una domanda è un modo per uscire dal torpore e passare all’azione, non credi? ;)