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Il Blog di Massimo Binelli

Crescita Sportiva

Lunedì, 14 Settembre 2015 08:06

Come affrontare e gestire il dolore con la mente (Ancoraggi e Consapevolezza)

Sai che con alcune tecniche mentali molto efficaci è possibile ridurre la percezione del dolore? Il dolore è un campanello d’allarme per qualcosa che non va o per un pericolo imminente, ma se ne conosciamo la causa e siamo certi che possiamo continuare a svolgere le nostre attività, sportive o lavorative, senza provocare danni maggiori, è molto importante intervenire per attenuarne il fastidio. Come si fa?

Il dolore cronico può essere dominato con la mente
Un atleta convive per tutta la sua vita agonistica con fastidi muscolari, tendinei e articolari. Attenzione: non mi riferisco al DOMS, e cioè al cosiddetto “indolenzimento muscolare a insorgenza ritardata”, che è un dolore da rispettare e da assecondare, perché è il frutto di un lavoro muscolare intenso ed efficace. Già che sono in argomento, ne approfitto: sappi che il DOMS non ha nulla ha a che vedere con l’accumulo di acido lattico, come spesso si sente dire dal guru di turno…

I miei libri: “Atleta Vincente”, che contiene 47 strategie per diventare campioni nello sport e nella vita, e “Pillole di Coaching”, che propone 60 Esercizi di allenamento mentale e 40 Domande Potenti per diventare mental coach di sé stessi.

 

Se il dolore è la conseguenza di un trauma, quale può essere una contrattura, uno stiramento, uno strappo o una distorsione, è necessario un periodo di riposo, durante il quale, come ho già spiegato parlando della visualizzazione, l’allenamento fisico dovrebbe essere sostituito con l’allenamento mentale, adottando opportune tecniche in grado di accelerare anche il recupero dell’infortunio.

Se il dolore è cronico, invece, l’atleta svolge regolarmente la sua preparazione, ma il fastidio persistente provoca un peggioramento della qualità dell’allenamento e della qualità della vita in generale. Inoltre, la presenza di un dolore martellante può causare scompensi, perché il corpo cerca di adattarsi alla situazione assumendo posture innaturali, che a lungo andare provocano altri problemi, in un circolo vizioso dal quale non si esce tanto facilmente.

 

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Cosa fare e cosa NON FARE per affrontare il dolore
Innanzitutto ti spiego cosa occorre NON FARE. Ricordi cosa sono gli ancoraggi, vero? Si tratta di azioni che vengono associate a una determinata esperienza per ricreare sempre la medesima condizione mentale. Ad esempio, il rituale che un atleta ripete quasi ossessivamente prima di iniziare una prova in gara o prima di una determinata azione (come la battuta nel volley) è un ancoraggio alla carica, alla concentrazione e alla reattività che gli occorrono in quel determinato momento agonistico. Ebbene, questo che ho appena descritto è un ancoraggio positivo, ma esistono anche gli ancoraggi negativi, che sono assolutamente da evitare. Se un atleta ha mal di schiena e ogni volta che deve svolgere un esercizio in cui sa che potrebbe sentire dolore si porta la mano nel punto dolorante, magari accennando anche un piegamento della schiena come per essere certo che “se faccio così so che provo dolore”, non fa altro che rafforzare un ancoraggio negativo, perché è come se ogni volta risvegliasse quel dolore dormiente e si preparasse a percepirlo forte e chiaro.

Al posto di ripetere meccanicamente quel gesto, bisogna restare nella posizione naturale e puntare la nostra attenzione sul punto dove di solito sentiamo dolore. Il solo fatto di “osservare mentalmente” quel punto induce un rilassamento spontaneo, spariscono le tensioni e diminuisce la probabilità che compaia di nuovo il dolore.

Nel caso in cui il dolore sia già presente, per diminuirne la portata dobbiamo spostare la consapevolezza da un’altra parte. Ti faccio un esempio. Da bambini, sarà capitato più o meno a tutti di dover subire la tortura di un’iniezione. La sola vista della siringa e dell’ago provocava il terrore, non né così? I bravi medici o infermieri conoscono un trucchetto molto potente per non far sentire il dolore della puntura: nel momento esatto in cui stanno per infilare l’ago nella ciccia, danno un pizzicotto o un buffetto da un’altra parte. Basta così poco per non far sentire il dolore? Sì, perché il pizzicotto inganna la mente, che, tutta concentrata nell’attesa del dolore in un punto preciso del corpo, riceve uno stimolo, non doloroso, da tutt’altra parte. Nell’attimo di distrazione, si crea un “tempo di latenza” (ne ho parlato a proposito del multitasking) durante il quale l’ago entra nella carne, cosicché quando l’attenzione torna sul punto di partenza, l’iniezione è finita e non ce ne siamo nemmeno accorti!

Prenditi gioco del tuo dolore (fisico)…
Ecco, dobbiamo usare lo stratagemma della distrazione anche riguardo al dolore cronico. Se stiamo correndo e ci fa male un ginocchio, anziché zoppicare, come a voler assecondare il dolore, proviamo a trasferire la consapevolezza sui piedi, sull’appoggio delle scarpette con il terreno. Poi possiamo iniziare a contare i passi: guardiamo un punto davanti a noi e calcoliamo mentalmente quanti passi saranno necessari per raggiungerlo. Arrivati al punto, valutiamo di quanto abbiamo sbagliato, dopodiché scegliamo un altro obiettivo e continuiamo così, distraendoci. Più la mente è impegnata a svolgere attività inconsuete e positive e meno risorse dedicherà alla percezione del dolore.

Cos’altro possiamo fare con l’allenamento mentale per affrontare e gestire il dolore? Come avrai capito, qui mi riferisco prevalentemente al dolore fisico, perché per i dolori dell’anima ci sono altre tecniche da usare. Con il coaching puoi imparare ad usare l’autovalutazione per focalizzare la consapevolezza sulle singole parti del tuo corpo, evitando di avere il chiodo fisso su quelle doloranti. Inoltre, con la visualizzazione puoi imparare a modificare le immagini che compaiono nella tua mente, per far sì che il dolore pian piano si riduca, fino a scomparire del tutto, almeno a livello percettivo.

È il momento di agire!
Contattami e iniziamo subito a lavorarci su… Che ne pensi di lasciare proprio tu il primo commento qui sotto? Come dico sempre, “alza le chiappe dal divano e muoviti, fai il primo passo verso il tuo obiettivo”, e anche rompere il ghiaccio con un’opinione o una domanda è un modo per uscire dal torpore e passare all’azione, non credi? ;)

Ultima modifica il Sabato, 22 Ottobre 2022 19:30

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