Tre metri sopra il cielo
Ti rassicuro, non intendo diventare un consulente di traslochi, anche se, vista la recente esperienza, riuscirei a guidarti alla perfezione nel definire questo obiettivo, se fosse nei tuoi piani futuri. Il trasloco è soltanto un pretesto per prendere atto che anche ai mental coach capita (eccome se capita!) di predicare bene e razzolare male…
Ricordi la Pillola 144? Già il titolo era significativo: “Perché devi eliminare quello che non funziona”, ovvero perché è importante alleggerire, semplificare, ridurre. Ecco due passaggi significativi, che riletti post-trasloco assumono un significato molto speciale anche per me:
«Se davvero desideri eliminare quello che non funziona nella tua vita, devi farlo con la serenità di chi sa che subito dopo tornerà a respirare, si sentirà più libero e leggero, senza rimpianti e, soprattutto, senza sensi di colpa».
Poco più avanti, in modo perentorio affermo che è tua «la responsabilità di fare piazza pulita di tutte quelle cianfrusaglie che creano caos e complessità attorno a te, laddove avresti bisogno di ordine e semplicità».
La faccio breve. Nella fase di riempimento, ho sigillato e catalogato 85 cartoni, un’enormità, se hai idea di quanto siano grandi i cartoni da trasloco. A trasloco ultimato, è iniziata la fase inversa, ossia apertura dei cartoni e riposizionamento del contenuto all’interno dei mobili e delle librerie.
Vuoi che te la racconti io? Ok, clicca e guarda il video...
Siamo tutti Mastro-don Gesualdo
Cartone 1: “Tutto ok”. Cartone 2: “Tutto ok”. Cartone 3: “Mmm, ma questa roba non l’ho già messa a posto prima? Ah, no, è doppia! Ok, non mi serve, la metto nel cartone 1 vuoto, su cui scrivo ‘Da regalare’”. Cartone 4: “Mmm, ma questa roba che non uso da anni perché la conservo ancora? Ok, la metto nel cartone 2 vuoto su cui scrivo ‘Ricicleria’”. Cartone 10: “E questa roba perché l’ho conservata, che non mi è mai servita e non mi servirà mai? Ok, nel cartone 2 ‘Ricicleria’. Ah, no, è pieno, prendo il cartone 3 e anche questo lo etichetto ‘Ricicleria’”.
Arrivato all’85esimo cartone, mi sono trovato una catasta formata da 70 cartoni vuoti, aperti e appiattiti, ma una collinetta di 15 cartoni pieni, dei quali 3 “Da regalare” (e con quella roba, ancora in ottimo stato, si intende, ho fatto felici alcuni ragazzi meno fortunati di me) e 12, scientemente divisi per tipi di materiali, con destinazione “Ricicleria”!
I miei libri: “Atleta Vincente”, che contiene 47 strategie per diventare campioni nello sport e nella vita, e “Pillole di Coaching”, che propone 60 Esercizi di allenamento mentale e 40 Domande Potenti per diventare mental coach di sé stessi.
In altre parole, ho scoperto che sono stato per anni un accumulatore seriale a mia insaputa! Quintali di roba inutile, non eliminata “perché magari un giorno può servire”. Sì, certo, il giorno Poi dell’anno Mai… Il bello tuttavia è arrivato dopo. Ogni viaggio verso la Ricicleria (e sono pure diventato amico di uno degli addetti, il quale mi ha confidato che se tutti separassero i rifiuti come ho fatto io vivremmo in un mondo migliore, e per me è stato un gran bel complimento!) è stato un alleggerimento fisico e mentale, una semplificazione della complessità, una riduzione del “rumore”. Casa mia è tornata a vibrare grazie agli spazi vuoti e puliti, laddove prima ogni interstizio era pieno, seppure perfettamente ordinato, e ovattato.
Alla fine dell’ultimo viaggio, esausto come dopo un Giro della Morte in pista (a beneficio di chi ancora non mi conoscesse, mi riferisco ai 400 metri, il terrore puro di ogni velocista), mi sono accasciato in stile Fracchia sulla mia poltrona a sacco e, mentre sprofondavo, stanco ma con la testa leggera, ho avuto la rivelazione. La nostra mente, che sta lassù in alto, non deve essere considerata alla stessa stregua di una soffitta raccattatutto. Ogni pensiero inutile che fatichiamo ad abbandonare si accumula, ci appesantisce e, soprattutto, diversamente dai miei cartoni conferiti in Ricicleria negli appositi contenitori, finisce nel cassonetto dell’indifferenziato, e inquina (la mente)! E più la soffitta si riempie di cianfrusaglie, meno vibra in armonia con l’energia che ci circonda, tutto diventa sordo, cupo, buio.
Fai vibrare la tua campana
Hai presente le campane tibetane? Ogni campana produce una vibrazione fisica e un suono armonico, che hanno effetti benefici sul nostro organismo, ma per vibrare deve essere… vuota! Prova a farla suonare con dei vecchi cenci al suo interno: ne uscirà un suono sgradevole. Adesso immagina la tua testa come una campana tibetana: se vuoi che vibri nel modo giusto e che produca armonie gradevoli, devi fare pulizia di tutto ciò che la inquina.
Vuota la soffitta, elimina tutto quello che non ti è utile e per farlo rivolgiti la domanda potente che hai scoperto nella Pillola 115: “Mi serve ora questo pensiero?” Se la risposta è no, buttalo nel “cartone giusto”, e ti invito a fare una perfetta raccolta differenziata, separando attentamente “sensi di colpa”, “rimorsi”, “rimpianti” e così via. Man mano che un cartone è pieno, portalo in “Ricicleria” senza indugi e goditi il piacere della leggerezza data dall’abbandono di un peso che ti portavi addosso da chissà quanto tempo.
Ultimo suggerimento: diventa consapevole dello spazio che liberi e pensaci bene prima di riempirlo nuovamente con qualcosa che “potrebbe servire, tanto c’è posto e non dà fastidio a nessuno”. Ti ritroveresti ben presto con la soffitta piena e i cartoni vuoti, ma questi ultimi non suonano né vibrano, te lo assicuro.
È il momento di agire!
Vuoi trasformare il proposito di vuotare la tua “soffitta” in un obiettivo SMART-P? Intanto ti invito a leggere la quarta Pillola del mio libro, poi contattami e ne parliamo… Come dico sempre, “alza le chiappe dal divano e muoviti, fai il primo passo verso il tuo obiettivo”, e anche rompere il ghiaccio con un’opinione o una domanda è un modo per uscire dal torpore e passare all’azione, non credi? ;)