Se hai fretta di arrivare subito al dunque, salta pure questa prima parte...
Prima di rispondere al “perché”, ti racconto qualcosa di me. Nulla che già non sia noto, poiché la mia biografia è pubblica, però ti risparmio la fatica di cercare in Rete. Nella mia vita ho sempre puntato al massimo (nomen omen!), a causa di una malattia che si chiama ambizione, competitività innata, voglia di arrivare primi in tutto.
Capitolo sport
Quand’ero piccolo e gracilino, chiesi a mia madre di portarmi in una palestra di pesistica e cultura fisica, dove già andavano i miei amici grandi e grossi (e prepotenti!) perché volevo farmi le ossa e imparare a difendermi. Dopo qualche tempo, dissi all’istruttore che avrei voluto fare le gare e diventare un campione di sollevamento pesi. Risate generali, e commenti tra l’ironico e il sarcastico, ma io non mi sono mai scomposto e ho continuato ad allenarmi con grande impegno.
I miei libri: “Atleta Vincente”, che contiene 47 strategie per diventare campioni nello sport e nella vita, e “Pillole di Coaching”, che propone 60 Esercizi di allenamento mentale e 40 Domande Potenti per diventare mental coach di sé stessi.
Gli amici arrivavano in palestra e i pochi esercizi che completavano erano solo l’intermezzo tra una chiacchiera e l’altra. In un’ora, 10 minuti di allenamento e 50 di parole al vento. In quella stessa ora, io sollevavo pesi per tutto il tempo. Mi allenavo 10 volte più di loro perché avevo voglia di primeggiare, volevo superarli, e stavo diventando forte, molto forte. Non solo sono diventato un campione, ma ho conquistato 11 primati nazionali, alcuni dei quali tuttora imbattuti, e ho partecipato alle più importanti competizioni internazionali, concludendo la mia prima carriera nel prestigioso Gruppo sportivo della Polizia di Stato “Fiamme oro”.
Chiusa la parentesi con la pesistica, mi sono avvicinato ad altre discipline sportive, ripartendo da zero, con nuovi obiettivi da raggiungere e sono tuttora in piena attività, con un medagliere che continua a crescere di peso e valore anno dopo anno.
Capitolo lavoro
La mia “ambizione”, fin dai tempi della scuola, era quella di guadagnarmi da vivere in modo autonomo. Rispetto nel modo più assoluto il lavoro dipendente, ma ho sempre pensato che non facesse per me, e in questa mia visione della vita mi scontravo con i miei genitori e, soprattutto, con la nonna, che avrebbero preferito la tranquillità e la tradizione familiare del posto fisso. Beh, se solo avessero potuto immaginare cosa sarebbe diventato, oggi, il posto fisso, forse avrebbero insistito meno, ma tant’è.
Io, imperterrito, sono andato avanti per la mia strada e, con i soldi messi da parte con lo stipendio da poliziotto (vivendo nel centro sportivo non avevo costi da sostenere, quindi risparmiavo), ho aperto un ufficio di consulenza finanziaria e mi sono speso, dando tutto me stesso, in una professione che a quei tempi si poteva letteralmente improvvisare, e infatti io avevo tutto da imparare.
Oggi, se mi trovassi di fronte un giovane e acerbo consulente, arrogante e pure presuntuoso, com’era il Massimo Binelli di allora, non so se sarei comprensivo come lo sono stati i miei numerosi clienti, però, a forza di testate e gomitate, mi sono fatto largo, modificando o addirittura reinventando più volte la mia identità professionale e conquistando la fiducia di aziende prestigiose, alcune delle quali puoi trovarle nel mio portfolio.
Vuoi che te la racconti io? Ok, clicca e guarda il video...
Punta alla tua felicità. Tutto il resto è un... effetto collaterale
Perché questa lunga premessa? Non è autocelebrazione, tutt’altro. Intendevo farti capire che in tutti gli ambiti della mia vita, per ragioni di cui solo oggi ne ho piena consapevolezza, immaginavo di raggiungere grandi traguardi, non ho mai pensato solo alla “sopravvivenza”. Puntavo a risultati di valore e avevo la motivazione alle stelle per conseguirli. Certo, non tutto è andato come desideravo, fa parte della vita, però se al posto di un risultato grandissimo ne è arrivato uno soltanto “grande”, è pur sempre qualcosa di importante, non sei d’accordo? Se invece avessi puntato a qualcosa di mediocre, forse avrei raggiunto solo la sopravvivenza, ossia la morte spirituale, la totale assenza di motivazione e di stimoli, almeno per me.
Per approfondire con 10 perle di saggezza: “Il più grande venditore del mondo”, di Og Mandino
Ricordo un collega poliziotto che ripeteva quasi ogni giorno, persino con evidente orgoglio, che la sua ambizione era quella di arrivare all’età della pensione baby (all’epoca esisteva ancora!), ossia 46 anni, sei mesi e un giorno. Non so se il suo “sogno” si sia avverato, non ci siamo più sentiti, ma l’idea che sia un pensionato già da qualche anno mi riempie di tristezza. Ho ancora davanti la sua faccia quando gli dissi che stavo per andare all’Ufficio Personale a rassegnare le dimissioni perché avevo altri progetti, riesci a immaginarla?
In sostanza, fino ad oggi, e non sono più un ragazzino, in ambito sportivo e lavorativo ho puntato prima di tutto su obiettivi forieri di motivazione e di soddisfazione personale. Il denaro è stato solo un effetto collaterale, perché se avessi mirato al denaro, avrei scelto una disciplina sportiva ricca e non uno sport povero (e non c’è ragione che mi porti a pensare che con lo stesso impegno che ho dedicato ad uno sport minore non sarei arrivato ai vertici di uno sport ricco), e avrei scelto una strada professionale più riconosciuta e, soprattutto, più remunerativa.
Preparati a dare 10 volte di più di quello che gli altri si aspettano da te
Dunque, adesso è tempo di riprendere la domanda iniziale: perché regalo così tanto, della mia professionalità, in ambito sportivo e lavorativo, conquistata versando ettolitri di sudore, studiando una milionata di pagine di libri e sbattendo la testa su tanti spigoli appuntiti, pur di perseguire i miei obiettivi?
Perché sono convinto che solo se dai molto e incondizionatamente, molto di più di quello che gli altri si aspettano da te, con passione ed entusiasmo, senza domandarti se sia vantaggioso o se sia il momento giusto, e solo se vieni percepito come specialista del tuo campo, sportivo o professionale che sia, puoi ottenere credibilità, fiducia e rispetto. Il denaro, che è certamente importante, perché la professionalità ha un valore, e se non lo sottolineassi sarei solo un’ipocrita, arriverà di conseguenza. È come la vittoria per un atleta: arriva quando smette di pensarci, ossia quando torna nel presente, nel suo “qui e ora”, e si concentra solo su ciò che sa fare bene.
Punta alla qualità e al valore di ciò che sai fare e che ti piace fare, e ti arricchirai. Punta soltanto ad arricchirti, e anche con le tasche piene di soldi sarai sempre povero. [Non cercare la fonte in Rete, è roba mia]
È questo il motivo per cui regalo molto e ogni commento di approvazione, come quello di Titti, mi arricchisce e mi ripaga di ogni sforzo. E quando chiedo un compenso per la mia professionalità, di business coach o di sport coach, sono pronto a dare 10 volte in più di quello che il mio cliente si aspetta di ricevere. Possiamo chiamarla “filosofia del dare per ricevere”, applicabile in ogni campo della nostra vita.
È importante ciò che fai ora, quindi agisci subito, buttati a capofitto sulle opportunità e sui tuoi obiettivi, accetta le sfide e punta a vincerle con sano agonismo.
E…
…ricordati di dare 10 volte di più di ciò che gli altri si aspettano di ricevere da te.
È il momento di agire!
Vuoi saperne di più su come sviluppare una “filosofia del dare per ricevere” vincente? Contattami e ne parliamo. Come dico sempre, “alza le chiappe dal divano e muoviti, fai il primo passo verso il tuo obiettivo”, e anche rompere il ghiaccio con un’opinione o una domanda è un modo per uscire dal torpore e passare all’azione, non credi? ;)