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Il Blog di Massimo Binelli

Botta e Risposta

Lunedì, 23 Maggio 2016 07:55

Botta e Risposta (Come un calciatore può superare lo stress della panchina)

Per un calciatore professionista, ritrovarsi in panchina dopo un infortunio che ha comportato un lungo recupero rischia di trasformarsi in un incubo. Il disfattismo pian piano prende il sopravvento, nella mente iniziano a vorticare pensieri negativi e l’atteggiamento passa dall’entusiasmo alla rinuncia, innescando un circolo vizioso con ripercussioni sfavorevoli tanto per l’atleta quanto per il gruppo. Lo stress della panchina si può superare: ne parliamo nel Botta e Risposta di questa settimana.

Tu chiedi. MB Coach risponde!
Ecco cosa mi ha scritto Alex:

«Ciao Massimo, ho 22 anni, attualmente gioco nella xxx, in Lega Pro. La mia carriera è stata molto veloce, perché 4 anni fa, dopo una stagione in Serie D e quella successiva in serie B, ho fatto l’esordio in Serie A. Era un sogno che si avverava, ero felicissimo, però dopo poche giornate ho avuto un grave infortunio.
Quando ho ripreso ad allenarmi, dopo la riabilitazione, non mi sentivo più aggressivo come prima, ero debole di testa. Le ultime partite del campionato, come puoi immaginare, le ho fatte in panchina e da quel momento ho perso la fiducia in me stesso.
A fine stagione sono stato ceduto alla xxx, ma è stato un anno deludente, per me. Mi sentivo dire che non credevo più nei miei mezzi e così, anno dopo anno, sono tornato indietro, fino alla Lega Pro.
Anche in questo periodo sono in panchina perché il Mister preferisce mettere in campo un altro attaccante, più anziano di me. La settimana scorsa mi ha fatto entrare a due minuti dalla fine, in una partita che stavamo perdendo. Speravo che mi facesse entrare molto prima, ero lì che fremevo per giocare e dentro di me dicevo, scusa la franchezza, ma è per farti capire, “Sono qui a farmi prendere per il cxxo”, “Mi sono rotto il cxxxo di questa situazione” e così via. Sono entrato e non vedevo l’ora che quei due minuti finissero. Così non posso andare avanti. Forse devo smettere di giocare.
Grazie».


Ciao Alex, ho limato un po’ la tua email, perché in certi passaggi era veramente dura, e ho reso irriconoscibili la tua identità e il tuo percorso, per evitarti situazioni imbarazzanti.

I miei libri: “Atleta Vincente”, che contiene 47 strategie per diventare campioni nello sport e nella vita, e “Pillole di Coaching”, che propone 60 Esercizi di allenamento mentale e 40 Domande Potenti per diventare mental coach di sé stessi.

 

Il grave infortunio che hai subito ha minato alle fondamenta la tua autostima. Se avessimo avuto la possibilità di lavorare assieme fin da quei primi momenti di pessimismo e di sfiducia, forse oggi la tua storia sarebbe diversa, e lo sottolineo soltanto per ribadire l’importanza dell’allenamento mentale nella fase di recupero post infortunio, nei periodi di inattività o di riabilitazione, quando un atleta è molto vulnerabile, dal punto di vista psicologico.

Lasciamo invece quel “se” nel passato, dove deve essere confinato senza alcun rimpianto, perché ormai quel che è stato è stato, e pensiamo al tuo presente e a quello che potrai fare da oggi, dal tuo “qui e ora”, in poi.

 

Vuoi che te la racconti io? Ok, clicca e guarda il video...


Disintegra i tuoi pensieri tossici
Partiamo dal diluvio di pensieri negativi nel quale annaspi mentre sei in panchina. Se mi segui da un po’, certamente conosci già la mia Formula CCCP, che serve per imparare a elaborare pensieri Corti, Convinti, Consapevoli e Positivi (ne parlo nella prima sessione gratuita del videocorso Atleta Vincente).

Il Mister ti fa entrare a due minuti dalla fine, mentre state perdendo? Al posto di pensare “Sono qui a farmi prendere per il cxxo”, che ti pone in uno stato d’animo di rinuncia ed è contrario allo spirito dello sport che pratichi, un gioco nel quale prima di tutto devi divertirti e far divertire chi ti guarda, anche se per te è un lavoro, prova a dirti con convinzione

“È la mia occasione”,
“In questi due minuti do il meglio di me stesso”,
“Entro in campo fresco e riposato, quando tutti sono stanchi morti, e li prendo in contropiede”,
“In questi due minuti posso dimostrare quello che valgo”,


e così via. Non credi che sia meglio goderseli, quei due minuti brucianti, piuttosto che entrare in campo e soffrire per due lunghissimi minuti, per dirla alla Catalano? Il segreto, che vale per te, per tutti i calciatori, e più in generale per tutti gli atleti che si trovano a ricoprire il ruolo delle riserve, perché in una squadra ci sono titolari e riserve, fa parte del gioco, è questo:

allenati, entra in campo, pensa e comportati COME SE tu fossi nella formazione ufficiale, mettendo da parte ogni pensiero negativo, semplicemente perché non ti è utile.


Esercita l’arte della pazienza e convinciti che il successo non è un diritto acquisito
: devi meritartelo, e per raggiungere questo obiettivo ogni secondo che passi in campo è fondamentale. Trasforma la tua frustrazione e la tua rabbia in energia positiva, da canalizzare nel tempo che ti verrà concesso.

Pensa a quanto sei fortunato: puoi concentrare ed esprimere al meglio tutta la tua carica in una frazione di gioco ridotta rispetto ai tuoi compagni, che invece devono dosare le energie col contagocce nell’arco di 90 minuti, per non scoppiare. È un paradosso, certo, ma la tua mente deve vederla così, devi convincerti che questo è l’unico modo per far capire al Mister, ai dirigenti e ai tuoi compagni che sei una risorsa preziosa, che dai sempre tutto quello che hai dentro, per la tua squadra.

Allenati ogni giorno come se tu dovessi preparare la tua partita più importante e affronta ogni partita come se fosse un normale allenamento.


Quando siedi in panchina, mantieni un atteggiamento ottimista
, incita i tuoi compagni, partecipa al gioco e fai il tifo per la tua squadra. Visualizzati in campo e immagina cosa faresti al posto del tuo compagno, dell’attaccante che potresti sostituire da un momento all’altro. E se il Mister non ti chiama, resta positivo e di’ a te stesso che oggi è andata così, ma la prossima volta sarà la tua occasione.

Devi farti trovare pronto a dare il meglio in qualunque istante, perché questo è il ruolo della riserva, e vedrai che ben presto arriverà la svolta.


Per cambiare atteggiamento
, occorre metterci tanta volontà e impegno, ed è per questo che assieme potremmo lavorarci su per migliorare il dialogo interno, per potenziare la motivazione e l’autostima e per imparare ad applicare le tecniche di visualizzazione. Intanto ti consiglio di iscriverti al Progetto Atleta Vincente. Al termine delle prime tre sessioni gratuite contattami, così ti aiuto a scegliere la Formula più adatta alle tue esigenze, tra le quattro proposte, oppure progettiamo un percorso completamente personalizzato. Ti do la mia parola: otterremo risultati strepitosi, fidati!

È il momento di agire!
Il Botta e Risposta di questa settimana termina qui. Hai una domanda da rivolgermi? Vuoi scriverla qui sotto nei commenti? Come dico sempre, “alza le chiappe dal divano e muoviti, fai il primo passo verso il tuo obiettivo”, e anche rompere il ghiaccio con un’opinione o una domanda è un modo per uscire dal torpore e passare all’azione, non credi? ;)

Ultima modifica il Sabato, 22 Ottobre 2022 20:14

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