Il Miglioramento Continuo è figlio dell’Autovalutazione
Innanzitutto, cos’è l’autovalutazione e perché per me è così importante, visto che la metto in pratica incessantemente da oltre 35 anni? L’autovalutazione, come spiego con il supporto di una scheda da scaricare e compilare sia nella Pillola 4 del videocorso AtletaVincente.com sia nel mio libro “Atleta Vincente”, è il risultato della “somma algebrica” delle risposte alle domande che ci rivolgiamo al termine di una determinata prestazione o, più in generale, in un momento specifico della nostra vita.
I miei libri: “Atleta Vincente”, che contiene 47 strategie per diventare campioni nello sport e nella vita, e “Pillole di Coaching”, che propone 60 Esercizi di allenamento mentale e 40 Domande Potenti per diventare mental coach di sé stessi.
È importante perché soltanto noi stessi, e nessun altro meglio di noi, possiamo sapere da dove siamo partiti e abbiamo la percezione se il punto in cui siamo arrivati ci soddisfa, e quanto ci soddisfa. E il bello è che sono sufficienti davvero pochi minuti per trarre ogni volta nuovi spunti di miglioramento, anche mentre siamo sotto alla doccia!
Ecco come procedo io. Prima di tutto, rivedo nella mia mente, ossia visualizzo, la prova che ho appena completato, e se c’è un video da guardare in via preliminare tanto meglio. Mentre le immagini scorrono, da una parte, godendo del lato positivo, mi chiedo cosa mi è piaciuto, cosa ha funzionato, cosa avrei potuto fare in più o in modo diverso e ancora più efficace, rispetto a tutto quello che ho fatto; dall’altra parte, indagando il lato negativo ma con grande serenità e accettazione, mi domando cosa non mi è piaciuto, cosa non ha funzionato, cosa avrei potuto non fare, rispetto a tutto quello che ho fatto.
Al termine di questa breve analisi, lo rimarco, ne viene fuori una somma algebrica: quello che mi è piaciuto, che ha funzionato o che avrei potuto fare in più o in modo diverso, è da ripetere, mentre quello che non mi è piaciuto, che non ha funzionato o che avrei potuto non fare, è da eliminare. Il frutto di questa autovalutazione, che può consistere anche in voti da 0 a 10, se hai costruito un percorso strutturato, come spiego a proposito della definizione degli obiettivi SMART-P, basato sui tuoi punti di forza, da potenziare, e sui tuoi punti deboli, da ridurre o da eliminare, è una breve lista di “comandi mentali potenti”, da darti per indurre il successivo miglioramento.
Vuoi che te la racconti io? Ok, clicca e guarda il video...
La mente “ordina” e il corpo “esegue”
Per esempio, al termine di una gara recente, un 200 metri in cui ho realizzato la mia miglior prestazione da 10 anni a questa parte (alla faccia della vecchiaia!), ho trovato tanti “mi piace” ma anche altrettanti “posso ancora fare meglio”. Sembra incredibile, vero? E come ho tradotto questi spunti in comandi mentali? Semplice: ho preso il mio diario dell’allenamento (strumento essenziale, lo spiego nel libro) e ho scritto queste induzioni, in terza persona, come se stessi parlando al mio alter ego:
“Resta più morbido all’uscita dalla curva!”
“Mantieniti rilassato fino alla fine!”
“Apri di più l’angolo delle braccia in fase di spinta!”
Per tutti gli allenamenti successivi a quella gara, e fino alla nuova autovalutazione, prima di ogni seduta leggevo i comandi, visualizzavo le variazioni tecniche che avevo stabilito di apportare e mi concentravo soltanto su quegli aspetti, trasformando ogni allenamento in una sessione di grande qualità, più che di monotona quantità.
Se a qualcuno che non conosce la velocità in pista può essere sembrato un paradosso, imporsi di rimanere “rilassato fino alla fine”, proprio nel momento in cui c’è da esprimere la massima potenza, a scanso di equivoci dico che le migliori prestazioni agonistiche si realizzano proprio quando gli atleti sperimentano la massima scioltezza nei movimenti. Se ti contrai, pensando di esprimere più potenza, in realtà stai soltanto rendendo più rigida tutta la struttura muscolo-scheletrica, consumi più energia e sei meno efficiente; al contrario, se abbandoni ogni tensione, il corpo sarà più elastico e userai unicamente i muscoli necessari, che raggiungeranno il massimo rendimento.
Questo metodo, collaudato sulla mia pelle e sperimentato con successo da centinaia di atleti, inoltre, consente di concentrarsi, tanto in allenamento quanto in gara, solo su due o tre aspetti, eliminando il “rumore di fondo” , ossia tutto ciò che potrebbe distrarre, spostare dal “qui e ora”. Mi riferisco a disturbi provenienti dall’esterno ma anche a pensieri inquinanti scatenati da aspettativa eccessiva, ansia da prestazione o paura del giudizio. Occorre restare focalizzati sulle proprie sensazioni, lavorando per sottrazione, ossia eliminando tutto ciò che non è utile. “Mi serve questo pensiero?”, deve essere la domanda automatica che rivolgi a te stesso di fronte a un’interferenza. Se la risposta è no, lascialo andare così come è venuto, senza elaborarlo o seguirlo.
Ricorda che un vero Atleta Vincente è concentrato sulla propria prestazione, gode di quello che fa, ha fiducia in sé stesso e si assume sempre la responsabilità delle proprie azioni, senza alibi o scuse di sorta.
È il momento di agire!
Vuoi saperne di più sulle tecniche di autovalutazione? Intanto ti invito a iscriverti al sito AtletaVincente.com e ad affrontare le tre videolezioni gratuite, oppure a leggere il mio libro, che contiene strategie e tecniche per diventare campioni nello sport e nella vita, poi contattami e ne parliamo… Come dico sempre, “alza le chiappe dal divano e muoviti, fai il primo passo verso il tuo obiettivo”, e anche rompere il ghiaccio con un’opinione o una domanda è un modo per uscire dal torpore e passare all’azione, non credi? ;)