Dopo i recenti mal di pancia tedeschi, provocati non da eccessi di birra wurstel e crauti rossi, bensì dall’acquisto di una vettura del Cavallino da parte di Lewis Hamilton (la conferma è stata data il 19 marzo scorso addirittura dal direttore sportivo del team Mercedes-Benz, Toto Wolff), il recente trionfo della Rossa guidata da uno strepitoso Seb Vettel, giovane pilota tedesco erede del grande Michael Schumacher, che dopo la bandiera a scacchi si è pure permesso di gridare «Grazie mille ragazzi. Forza Ferrari!», in italiano, ha scatenato il finimondo. Pare che Frau Merkel abbia chiamato Roland Schell, presidente di Mercedes-Benz Italia, per manifestargli tutto il suo disappunto, secondo e inaccettabile affronto dopo il dolore causato da quell’irriverente “Schettinen” di Alessandro Sallusti.
Schell non si è fatto certo pregare: si è tolto la giacca, ha indossato un maglioncino nero (questione di empatia, o di rispecchiamento, come direbbero quelli esperti di Pnl…) e si è presentato a casa di Sergio Marchionne (non si sa se a bordo di una Ferrari o di una Mercedes). Sempre stando alle mie fonti, che tra poco rivelerò, poiché non mi è stato posto il vincolo del segreto professionale, sembra che l’accordo, come accennavo, preveda il lancio di una OPAP sul 90% del capitale della Ferrari contestuale all’imminente collocamento sul mercato della maggioranza della controllata da parte di FCA. Il restante 10% resterà nelle mani di Piero Ferrari, ma quanto resisterà il figlio del Drake alle scosse teutoniche, visto che è quasi certo che il cavallino rampante, che papà Enzo Ferrari aveva ricevuto in dono nel 1923 dalla contessa Paolina Baracca, verrà sostituito da una stella a tre punte?
Per quanto mi riguarda, sono già al lavoro per scrivere un secondo libro dedicato interamente alla vicenda. A proposito: ho ricevuto proprio pochi giorni fa il resoconto annuale delle royalties e ho scoperto, con un pizzico di soddisfazione, che restano soltanto 14 copie in giacenza nei magazzini dell’editore, perciò, se ancora non l’avete comprato, approfittate dell'occasione: dedica speciale, casa per casa, a ciascuno dei miei prossimi (e ultimi!) 14 lettori!
Ah, quasi dimenticavo! La fonte della notizia è nientepopodimenoché il vice ministro Carlo Calenda. Fu lui, responsabile, fino a giugno 2003, delle relazioni con le istituzioni finanziarie della Ferrari, a fornirmi le preziose informazioni che mi consentirono di scrivere il quarto capitolo del mio libro (qui sotto l'incipit). Gli sono infinitamente grato per avermi disvelato in esclusiva questa ghiotta anticipazione. Se fossi un giornalista serio, direi che è un vero… scoop!
PS del 2 aprile
Questa notizia ha fatto scaturire un diluvio di commenti, che mi sono arrivati in privato. Ne riporto tre in rappresentanza di tutti gli altri, ringraziando ciascuna Amica e ciascun Amico del Blog per la stima (talvolta persino eccessiva…) e per la fedeltà! Ricordate una vecchia binellata?
«Quando una situazione sembra del tutto vera,
la probabilità immediatamente successiva è che sia del tutto falsa.
Quando una situazione pare completamente falsa,
la probabilità immediatamente successiva è che non ci sia nulla di contraffatto».
Luca
«Ciao Massimo, forse con due scuderie nel mondiale di F1 sarà più facile vincere… La notizia mi ha colto veramente di sorpresa! Se i tedeschi comprano aziende italiane vorrà dire che siamo un popolo molto creativo, produttivo e vincente sotto tanti punti di vista. Ci manca il contorno per essere veramente grandi e poter far valere la nostra forza in giro per il mondo. Un saluto».
Marco
«Ma in particolare quale modello di Ferrari è stata comprata dalla Mercedes?».
Giovanni
«Nonostante la trasferta francese, nonostante i voli ed i km in auto, nonostante il mio disamore per la F1, e nonostante che abbia realizzato da poco che siamo arrivati ad aprile... questa è troppo grossa per non è essere un pesce!».